lunedì 10 dicembre 2012

Pensieri inutili di un (semi) musicista

Ho scoperto in questi giorni che non posso essere considerato un musicista perché non ho una qualifica che lo dimostri.
Non importa se ho calcato palchi per quasi quindici anni,non importa che abbia registrato ore ed ore di canzoni con gruppi,da solista,che sia riuscito a vincere importanti concorsi o che abbia avuto l'onore di suonare con grandi artisti.
Non importa che abbia ricevuto la stima di importanti personaggi dell'underground italiano,chissenefrega se sono riuscito a creare musica che ha comunque fatto breccia nella testa (o nel cuore) di qualcuno.
Che cazzo importa che abbia avuto la possibilità di scrivere un libro di poesia,di musicare cortometraggi,di aver sempre creduto che la musica fosse più che prendere un diploma che attestasse che io la musica la capisco.
Non ho una qualifica.
Non sono nessuno.
Non so leggere la musica,mi arrangio con le famose "tabs" (e talvolta non so neanche leggere quelle).
Non so fare altro che powerchords o accordi "alla Seattle" sulla chitarra,suono il basso solo col plettro,alla batteria pesto come un cane marcio e non riesco a fare più di un 4/4.
Compongo canzoni anche senza sapere quale sia il tempo del ritmo,non ho idea di cosa siano le scale cromatiche,chiedetemi un assolo di pentatonica e svengo dalla fatica perchè sono davvero negato.
Non so fare assoli.
Non so cosa sia il glissato,il vibrato,ho a malapena idea dello scat,eppure canto.
Ho le mie giornate no,stono talvolta come tutti,ma in generale credo di avere sempre dato il massimo.

Credo che la voce sgraziata ed alcoolica di David Yow riesca a dire più cose di un fakepiadina qualsiasi,credo che gli anni '70 e '90 dovrebbero essere l'esempio della musica fatta al 100% da sé stessi e con tutto il cuore e l'anima,e credo che oggi la tecnologia sia stata sfruttata anche troppo trasformando il suono di mille chitarre in quelle di una sola,appiattendo tutto.

Credo che il jazz non sia roba da ragazzini,ma credo anche che ci sia troppo mito dietro alla composizione,alla struttura,alla tecnica.

Credo a Miles Davis che diceva che "il jazz ad un certo punto non esiste più,esiste chi ha l'anima e il corpo per trasformare ciò che vuole in musica.I più grandi artisti che abbia mai conosciuto non sapevano leggere una singola nota sul rigo ma mi hanno insegnato a suonare il jazz".

Credo che se un musicista,per quanto "maestro" e istruito,non abbia mai provato a suonare quello che suoni tu e venga a dirti cosa devi fare per suonare quella musica in maniera più "giusta" sia un'ipocrita,oltre che ad essere un "supremo".

Per citare una mia cara lettura,"colui che si ritiene musicista,smette di esserlo nel momento in cui la sua fede vacilla per il parere di maestri da lui stesso creduti più alti" (Modest Mussorgski)

Credo che una certa profanità,una sana ignoranza della tecnica permetta a chi si avvicina alla musica di viverla più liberamente.

E credo che una band debba avere uno scopo,un intento,una 'causa'...in una parola : un'ETICA.
Che debba SCHIERARSI...altrimenti si diventa un Giuliano qualunque.E il mondo è pieno di Gliulianetti che ti farciscono la testa con storielle che nemmeno loro ritengono plausibili,che pescano parole dal cilindro come i dadaisti senza avere l'intento provocatorio di Tristan Tzara e compagni,e sperano che la gente ci caschi.E la gente ci casca.Eccome se ci casca.

CONTENUTI.

Credo che si potrebbe essere dei nuovi Mozart,ma che senza contenuti autentici non si vada da nessuna parte.
Schierarsi,imparare a vivere la musica,oltre che a studiarla meramente.

Sì,sono un semi-musicista.

Poco importa.

Ho sempre avuto delle intuizioni verso le quali in molti hanno remato contro.Sono sempre stato ritenuto 'esageratamente estremista','troppo poco incline ai compromessi','ignorante'.

certo,per forza.

Mai studiato l'acustica,non me ne è mai importato della purezza del suono...io quando sento la chitarra sporca di Jimmy Page penso all'invenzione,all'idea.
Penso a Hendrix,che se fosse nato in Italia non avrebbe mai pubblicato un disco perché c'era ancora la SIAE,e se non sapevi leggere uno spartito eri fottuto.

E NON C'ENTRA UN CAZZO IL GENIO.
C'entra questa obsoleta ed assurda convenzione che il musicista debba per forza essere "dotto",indottrinato da scuole e scuole e scuole...la maggior parte della musica più grande di tutti i tempi è nata su accordi che gli stessi compositori creavano senza sapere che cazzo di accordi fossero.E dopo arrivavano i maestri a definire tali accordi.

Probabilmente sono troppo poco colto a livello tecnico per poter impostare una discussione su cosa è o cosa non è il "saper suonare".

Eppure continuo a farlo.
sarà masochismo innato,sarà la voglia di credere che la musica valga qualcosa di più che lezioni tecniche,contrappunti,passaggi,arrangiamenti precisi e chirurgici...credo ancora che i migliori dischi di tutti i tempi siano stati fatti più con le idee che non con la padronanza tecnica...col cuore più che con i discorsi sul 'sarebbe potuta venire meglio se...',più con il corpo,il sudore,la fatica,che non con i sofisticati ed ingegnosi maneggi (per dirla alla genovese) da produzioni galattiche.

sono un idealista,e non me ne pento.

parola di (semi) musicista.